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La Gagaùzia o Gagauz Yeri è un’entità autonoma all’interno della Moldavia: quest’ultima era una delle 15 repubbliche che costituivano l’Unione Sovietica. La Gagauzia è dunque una regione autonoma non-indipendente della Moldavia, ma etnicamente differente da essa. Ha una superficie di 1832 km², ed è popolata dai gagauzi, un popolo di lingua turca ma di fede cristiano-ortodossa. Conta circa 170.000 abitanti con capitale Comrat (che vuol dire cavallo nero). È composta da tre exclavi all’interno del territorio moldavo; comprende una municipalità, due città e ventitré comuni con trentadue località intese come frazioni. Le città principali sono Comrat, Ceadîr Lunga e Vulcanești. Vi sono diverse minoranze di gagauzi presenti in Bulgaria, Kazakistan, Romania. Nelle città si parla maggiormente la lingua russa, mentre nelle zone rurali è diffuso il gagauzo; è una lingua che appartiene alle lingue turche meridionali; si stimano in totale circa 200 mila locutori. Nel resto della Moldavia invece si parla principalmente il rumeno.
Il termine Gagauzia deriva da Gok-Oghuz con cui vengono indicati i discendenti dei turchi Oghuz e con cui si appellavano una parte dei popoli turco-mongolici originari. Letteralmente gok-oghuz vuol dire: turchi celesti o oghuz celesti. Secondo alcuni, la loro etno-genesi va ricercata in una vasta zona che va dalla Mongolia propriamente detta, sino all’Altai siberiano; qualcun altro ha ipotizzato che possano essere i discendenti degli antichi Kutriguri o Utriguri, ossia i nomadi delle steppe sarmatico-asiatiche coincidenti con l’areale di espansione degli Sciiti e degli Unni. In verità le basi certe del popolo gagauzo sono l’appartenenza ai popoli turchi oghuz in forte espansione verso occidente dopo le penetrazioni mongole. È altamente probabile che siano arrivati nei Balcani nel quattordicesimo secolo e che da lì si siano poi spostati nelle zone limitrofe.
Sulla storia dei turchi, qui, in questo sito (nella medesima sezione di questa) vi sono due reportages storico-etnografici che possono servire a comprendere le complessità di questi popoli.
Il simbolo dei popoli turchi è il lupo, e questa comunanza offre tante possibilità di poter comporre le varie anime degli oghuz che nel corso dei secoli e dei millenni hanno cambiato persino i loro tratti somatici, perdendo le caratteristiche fisionomiche dei gruppi siberiano-mongoloidi (seguendo la terminologia dell’antropologia fisica).
Questa parte della Moldavia venne ceduta all’Impero russo nel 1812 che iniziò gradualmente a russificare buona parte dei territori annessi dagli zar di Mosca. Con il continuo ridimensionamento dell’Impero Ottomano, che di decennio e in decennio andava perdendo territori e buona parte della propria potenza sino a ridursi all’attuale Anatolia, queste terre furono occupate da alcune comunità gagauze della Bulgaria Orientale. Sia con la creazione dell’Unione Sovietica e che con l’indipendenza della Moldavia, i gagauzi hanno continuato a mantenere la loro lingua e le loro tradizioni.
Come è stato detto in premessa al caratteristica principale dei gagauzi è quella di essere un popolo di stirpe turca ma di fede cristiano-ortodossa. Come in tutto l’est ortodosso anche in Gagauzia è possibile ammirare chiese, santuari e tutto quell’insieme di presenze religiose che testimoniano il forte legame che questa terra mantiene da sempre con l’ortodossia dell’Europa orientale. Nei panorami urbani o rurali della Gagauzia non vi è nessuna distinzione visiva e materiale che possa diversificare l’ambiente antropologico moldavo da quello gagauzo.
In molti spazi pubblici è possibile scorgere una certa presenza delle istituzioni turche, che si sono adoperate per finanziare progetti per la conservazione della lingua o per la custodia del patrimonio etno-antropologico dei gagauzi, infatti è facile trovare cartelloni o manifesti sociali con il simbolo del governo turco. Nel 2005 Ankara ha finanziato un progetto per lo sviluppo idrico del territorio.
È doverosa una sottolineatura importante. I gagauzi non sono l’unico popolo turco di religione cristiano-ortodossa, perché sia in Russia che in altre regioni ex sovietiche vi è la presenza di diversi popoli turchi di fede cristiana come i ciuvasci, i tatari di Keräşen, i tatari nagaibaki e altri gruppi minori.