Caucaso: l’Inguscezia tra paganesimo ed Islam.

0

[immagini con licenze specifiche]

Dzheyrakh [foto di Тимур Агиров con licenza CC BY-SA 4.0]

16 aprile 2012
articolo pubblicato su East Journal

Lo scorso dicembre un “burlone” di ministro inguscio, aveva annunciato alla stampa che sulle montagne caucasiche era stato catturato un esemplare dell’abominevole uomo delle nevi. A catturare lo yeti sarebbero state le forze di polizia dell’Inguscezia, una piccola Repubblica della Federazione Russa del Nord Caucaso. Tutto assolutamente falso. A dire tutto ciò è stato il ministro per il Lavoro e lo Sviluppo sociale Bagaudin Marshani, che ha ideato l’intera operazione pubblicitaria per finanziare alcuni progetti sociali in favore dei bambini bisognosi della piccola repubblica. Ci troviamo in Inguscezia (Ğalğaj Moxk), una Repubblica Autonoma della Russia un tempo accorpata alla vicina sorella Cecenia e che sino al 1992 formava con essa la Repubblica Autonoma della Cecenia-Inguscezia. Poco più grande della Valle d’Aosta, conta meno di 500 mila abitanti. I ceceni e gli ingusci (anche se diversi tra loro) condividono la medesima genesi etnica e linguistica, e assieme vengono definiti popoli «Vainakh».

la capitale Magas [foto di Адам Сагов con licenza CC BY-SA 4.0]

Accusati da Stalin di collaborazionismo coi nazisti, furono scacciati dalle loro terre e deportati nei gulag siberiani e kazaki. Rientrati in patria e riabilitati nel 1956, gli ingusci trovarono le loro terre confiscate ed assegnate ai vicini osseti, popolo anch’esso caucasico ma di religione cristiana e di lingua vicina all’iraniano. Da quel momento per l’Inguscezia si aprì un lungo stato di semi-belligeranza con la vicina Ossezia a causa dei territori oggetto della requisizione stalinista e della relativa attribuzione ai loro vicini persiani. Rispetto agli altri popoli caucasici di fede islamica, gli ingusci hanno subito un’islamizzazione diversa, ed hanno mantenuto quasi intatto un certo sistema di credenze pagane che pervade ancora tutto il sentimento domestico delle famiglie vainakh. Gli ingusci sono musulmani e professano un islam vicino al sufismo, che si accompagna a un tacito e silenzioso universo di pratiche animistiche che si traduce in atti di devozione per le divinità protettrici degli armenti e dei raccolti. Tutto ciò è possibile scorgerlo nella simbologia della bandiera nazionale inguscia carica di una certo simbolismo antropologico.

la bandiera dell’Inguscezia con al centro la Triscele rossa [foto CC0]

Questa è costituita da un tricolore a strisce orizzontali verdi e bianche, con al centro la «Triscele rossa», un simbolo magico-religioso sotto forma di tripode rotativo, raffigurante il cammino del sole ricorrente in molte culture antiche. Essa è presente in varie forme in diverse aree dell’Eurasia: dal Mediterraneo (presente come stemma ufficiale della Regione Sicilia), al Nord Atlantico (Bandiera dell’Isola di Man); dall’India all’Irlanda e dall’Inguscezia all’Estonia; rappresenta il ciclo cosmico dell’universo, ed è un richiamo alla primordiale fede animistica di questi popoli.
Bisognosa d’ordine, oscilla tra ricchezza (si vedono in giro automobili di grossa cilindrata, costruzioni mirabolanti, centri commerciali lussuosi) e povertà rurale. Questo schiacciante dualismo spinge molti giovani ad emigrare privando la loro terra di risorse e capacità umane.
Questa è la piccola Inguscezia: una terra Vainakh rappresentata dalla Ttriscele roteante!

 

 

 

About Author

«il Corriere della Storia (& il Diario Boreale)» è un giornale di guerra che si occupa di etnoantropologia, di geografia e di linguistica. È un'antologia sul cinema che raccoglie tutte quelle pellicole ispirate a fatti realmente accaduti. È un foglio del passato che narra storie di luoghi, di uomini e di popoli. È un quaderno di storia che racconta i fatti del cielo, del mare e della terra, che hanno avuto come protagonisti gli uomini di ogni epoca !!!

Leave A Reply

error: Content is protected !!