Ossezia (Alanya).

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immagine di copertina:  funivia di Tsey [foto di Skampetskiy – con licenza CC BY 3.0 ]

l’Ossezia del Nord evidenziata in verde scuro; l’immagine è di Urmas (con licenza CC BY 3.0)

Il Caucaso Centrale comprende una regione abitata da un popolo di ceppo iranico di fede cristiana: l’Ossezia.
Siamo nel mezzo del Caucaso in direzione nord-sud.
Con la creazione dell’Unione Sovietica in questi territori vennero formate alcune repubbliche autonome «non-indipendenti», incardinate all’interno della Federazione Russa e comprendenti nella medesima unità territoriale popoli tra essi confinanti, ma etnicamente diversi.
In questi nuovi oblast’ si ritrovarono a coabitare forzatamente insieme diversi gruppi etnici, che un tempo erano indipendenti, liberi e fieri della loro identità culturale. Ad esempio: i cabardini ed i balcari, entrambi popoli autoctoni del Caucaso, furono accorpati e costretti a dare vita alla «Repubblica Autonoma della Cabardino-Balcaria», che oggi confina ad est con l’Ossezia Settentrionale.

l’Ossezia Meridionale indicata in viola

Diversa è la storia dell’Ossezia. Questa è divisa in due parti: a nord fa parte della Federazione Russa, dove costituisce la Repubblica Autonoma dell’Ossezia del Nord (in russo Alaniya, sua denominazione storica); a sud è inglobata nella Georgia  ed è denominata Repubblica Autonoma dell’Ossezia del Sud. Formalmente è terra georgiana ma “de facto” è indipendente grazie ad una dichiarazione unilaterale accettata solo da Russia (sua protettrice ed ispiratrice del ritorno russo nel Trans-Caucaso), Nicaragua e da altre poche nazioni.
Essa, a differenza delle altre «sorelle» del Nord Caucaso, è a stragrande maggioranza cristiano-ortodossa e ciò costituisce un aspetto che la differenzia notevolmente dagli altri popoli ciscaucasici (cioè al di qua del Caucaso) quasi tutti di fede islamica.
Il dato religioso non è da sottostimare, soprattutto se si considera che i russi hanno da sempre considerato gli osseti come dei loro fratelli minori, meritevoli di maggior tutela rispetto agli altri.
Parlano una lingua simile all’odierno armeno (che come l’iraniano appartiene alle lingue indoeuropee) ragion per cui, etnicamente sono davvero molto sui generis.

bandiera dell’Ossezia

Mentre le altre genti presenti «nelle» repubbliche autonome di formazione sovietica venivano coattivamente accorpate e costrette a convivere simbioticamente a due a due, l’Ossezia veniva divisa a metà e separata in due diverse repubbliche federate dell’URSS: per l’appunto quella del nord e quella del sud.
Il 90% degli osseti oggi vive nell’Ossezia del Nord (Alaniya), esattamente nel mezzo del Grande Caucaso, tra le repubbliche della Cabardino-Balcaria ad ovest e dell’Inguscezia ad est. Essa confina a nord con il Kraj (territorio) di Stravopol’, il quale sembra formare un corridoio naturale che congiunge idealmente l’ortodossia slava di Mosca col Caucaso georgiano.

«la città dei Morti», Dargavs – Ossezia del Nord (foto CC0)

L’Ossezia Meridionale [55.000 abitanti] fa ancora «nominalmente» parte della Georgia, ma rivendica ormai da tempo la propria appartenenza alla più grande Madre Russia ed anela alla riunificazione con essa.
Nel 1991 si è autoproclamata indipendente. Nell’agosto 2008 ha contribuito ad innescare, con l’appoggio di Mosca, la seconda guerra russo-georgiana (costata la vita a 4000 soldati) allontanando la pace dal Caucaso che giace ormai da più di un ventennio «in un stato di perenne conflitto» .
Una cosa pare più che certa: anche l’Ossezia del Sud, al di là dell’insostenibile amore che nutre per Mosca, è lontana dall’essere uno stato pienamente indipendente.

 

 

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